Dal ciclo delle risaie della Lomellina ai benefici per le falde acquifere e la biodiversità: il risoartigianale che racconta una storia di cura e protezione tra agricoltura e ambiente.
Parlare di acqua e riso significa raccontare una storia di equilibrio: una coltura che chiede acqua, ma che in cambio restituisce paesaggi, habitat e un cibo rispettoso della natura.
Il riso è una delle colture più antiche e importanti del mondo, ma anche una delle più fraintese quando si parla di acqua e sostenibilità. Per quanto riguarda il territorio italiano, per produrre un chilo di riso servono circa 2.500 litri d’acqua, un numero che a prima vista può sembrare enorme e spaventare. In realtà, il riso non è il prodotto più “assetato” della nostra tavola. Studi internazionali sul water footprint (Hoekstra & Chapagain, 2007; Mekonnen & Hoekstra, 2011) dimostrano che, a fronte dei 2.500 litri per il riso, la carne bovina richiede fino a 15.000 litri per chilo, il formaggio circa 5.000 litri e il caffè quasi 20.000 litri.
Nella coltivazione del riso artigianale, e in particolare del riso lomellino, l’uso dell’acqua non va interpretato come uno spreco, bensì come una tecnica agronomica antica e sostenibile che ha plasmato un paesaggio unico e ricco di biodiversità. Le risaie della Lomellina, con la loro rete di canali, rogge e campi irrigati, non solo garantiscono la produzione di riso di altissima qualità, ma svolgono un ruolo positivo nel mantenimento degli equilibri ambientali: contribuiscono a rallentare il deflusso dell’acqua verso il mare, rigenerano le falde acquifere sotterranee e creano habitat per una straordinaria biodiversità. In questo senso, coltivare riso non significa sottrarre acqua, ma metterla al servizio di un ciclo ecologico più ampio.
La Garzaia della Verminesca é un esempio straordinario di questo equilibrio tra agricoltura e natura: l’area in cui sorge la Cascina Verminesca e le risaie del Risutín é stata, infatti, dichiarata Sito di Importanza Comunitaria e ospita specie animali rare e protette a livello europeo. Qui, grazie alla presenza delle risaie e al costante flusso d’acqua che alimenta il territorio, vivono 16 specie di uccelli, tra cui l’airone rosso (Ardea purpurea) e la sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), oltre a pesci, anfibi e insetti di interesse comunitario.
La Garzaia non è solo un rifugio per la fauna, ma un laboratorio naturale che dimostra come la coltivazione del riso artigianale e sostenibile possa diventare un alleato nella salvaguardia degli ecosistemi.
Capire questi numeri e conoscere il funzionamento delle risaie è fondamentale per fare delle scelte consapevoli e responsabili, nel rispetto dell’ambiente e della natura in cui viviamo.
Il Risutín, che sia carnaroli o arborio, non rappresenta solo un ingrediente speciale per la tua cucina, ma é il frutto di un’agricoltura che da generazioni dialoga con l’ambiente e contribuisce a preservare risorse e biodiversità, permettendoti di fare la tua parte nella cura del nostro pianeta.